Aprire una distilleria in Abruzzo: la storia di 67/Cento

come aprire una distilleria gin

Sono la prima distilleria in provincia dell'Aquila e hanno aperto il 29 agosto 2020, in piena pandemia. Il coraggio non manca ai creatori di 67/Cento, Tommaso Ciuffetelli Totani e Riccardo Marino, che portano alta la bandiera dell’Italian gin a qualsiasi costo.

Oggi Parliamo con Riccardo che ci racconta la loro peculiarissima storia e dà alcuni consigli per come aprire una micro distilleria in Italia.

Ciao Riccardo, la vostra storia è molto interessante: siete i primi ad aprire una distilleria aquilana e avete un prodotto che nasce dall’appartenenza alla vostra regione, l’Abruzzo. Puoi spiegarci quando e come è partito il vostro percorso?

Noi siamo partiti con il progetto embrionale alla fine del 2019. Siamo due ragazzi di 28 anni, amici di vecchia data, e abbiamo sempre condiviso il sogno di fare qualcosa di nostro.

Io sono un ingegnere gestionale, il mio socio Tommaso ha un master in comunicazione e marketing al Sole24ore. Circa due anni fa leggemmo un articolo che parlava di un gran fermento nel settore del gin e delle microdistillerie più in generale, nel quale si diceva che avrebbero potuto seguire le orme del successo dei birrifici artigianali, per intenderci. Ci siamo incuriositi e abbiamo iniziato ad informarci sul gin, che al di là del ginepro, non pone vincoli lato personalizzazione della ricetta. Ci siamo detti “perché non creare una linea di gin artigianale che possa far conoscere il nostro amato Abruzzo nel mondo?”

Abbiamo iniziato con un alambicco da 10 litri, in casa, provando diverse ricette e vedendo cosa ne usciva fuori. La nostra idea di creare un gin abruzzese è nata proprio così, quasi per gioco.

 

Quindi la vostra appartenenza all’Abruzzo non è rappresentata solo dalla vostra storia, ma trova espressione anche nei vostri prodotti. Il Foraged Gin e il Botanical Gin sono prodotti 100% abruzzesi? Quali sono gli ingredienti e peculiarità di questi prodotti?

Certo. Abbiamo realizzato una collaborazione con il Parco Nazionale della Maiella, dal quale provengono tutte le botaniche che utilizziamo nelle nostre due linee di gin.

Abbiamo fatto una visita ai giardini botanici guidata dai responsabili del Parco e abbiamo selezionato una serie di piantine e di essenze che ci sembravano interessanti per fare il gin. Abbiamo successivamente acquistato le piantine e le abbiamo messe a dimora in un terreno di proprietà, ricreando un piccolo orto botanico Abruzzese! È stata proprio questa la nostra fonte di ispirazione per le nostre due linee di gin, il Foraged e il Botanical.

Il Foraged si ispira al foraging, la raccolta a mano in natura di bacche e erbe selvatiche, ed ha un gusto più rotondo e floreale, mentre il Botanical è più erbaceo-balsamico, grazie all’infusione degli aghi di pino di montagna, insieme alla santoreggia di montagna, l’issopo, il rosmarino selvatico e tante altre botaniche.

come aprire una microdistilleria gin

 

Aprire una distilleria ha le sue difficoltà, quali sono state le vostre?

Lo scoglio più grande è stata la difficoltà nel reperire informazioni sull’iter da seguire. Siamo la prima distilleria della provincia dell’Aquila, mentre in Abruzzo si contano con le dita di una mano. La nostra Regione ha una tradizione più liquoristica, si fa molta genziana, ratafia, non abbiamo un gruppo di distillerie come in Trentino o in Veneto, ad esempio. Quindi anche i nostri uffici delle dogane non sempre sono immediati nel dirti cosa fare.

Quando siamo andati dalla Barison industry per selezionare il nostro impianto, nel dicembre 2019, eravamo pieni di domande, e fortunatamente abbiamo trovato un interlocutore che ci ha aiutati moltissimo!

 

Riguardo all’iter burocratico: quali sono i paletti più importanti da considerare per chi vuole aprire un microdistilleria?

Direi innanzi tutto le accise, per noi personalmente è stato duro capire in che regime eravamo. Lato burocratico significa essere a posto anche con l’ATEX (atmosfere potenzialmente esplosive), la normativa dell’antincendio, poi essendo ambiente alimentare ci sono le prescrizioni dell’asl, lo smaltimento dei rifiuti...

Rispetto ad altri tipi di attività è molto più complicato, ci abbiamo messo un anno per fare tutto, ma so di colleghi che hanno impiegato anche due anni e mezzo.

 

Credi che per una start up come voi sia fondamentale studiare un business plan dettagliato prima di iniziare un’esperienza come la vostra?

Del lato business plan me ne sono occupato principalmente io, che sono ingegnere gestionale.

Noi l’abbiamo ovviamente fatto, un business plan, e ci ha molto aiutato per la definizione del budget. Secondo me se vuoi aprire una distilleria non puoi prescindere da questo passaggio, soprattutto considerando che, oltre le principali voci di spesa note a tutti (l'impianto, la linea di imbottigliamento ecc.) ce ne sono molte altre minori, che se però considerate tutte insieme hanno un peso rilevante. In questi casi, l’assenza di una corretta pianificazione attraverso un business plan dettagliato può portare a spiacevoli sorprese in fase avanzata di start-up. Noi per fortuna non abbiamo avuto nessun problema in questo senso.

 

La scelta dell’impianto giusto è fondamentale, specie per una start up come la vostra, nella quale i mastri distillatori si occupano anche di altri compiti, amministrativo, marketing, vendite, logistica, ecc… Avere un impianto efficiente e solido ti permette di avere una sicurezza nella produzione. Quali sono state i vostri dubbi e come siete riusciti a risolverli rispetto alla scelta del vostro impianto?

impianto 67cento

Abbiamo un impianto discontinuo da 200 litri in camicia a vapore della Barison: in sostanza, c’è un’intercapedine esterna con dell’acqua che viene scaldata attraverso resistenze elettriche. È poi il vapore a scaldare il contenuto della caldera e a favorire tutto il processo di distillazione. La differenza con l’alambicco che tutti abbiamo in mente è che non c’è fiamma diretta - che tra l’altro con le vigenti normative è diventata illegale. Nel nostro impianto Barison devi solo accendere un quadro elettrico e il gioco è fatto. Ci tengo inoltre a dire che gli impianti della Barison raggiungono altissimi livelli lato sicurezza, con doppi o tripli controlli su pressioni e temperature, quello che in gergo ingegneristico si può definire “un albero dei guasti molto solido”.

Devo dire che siamo stati davvero molto contenti della Barison, una realtà che inizialmente non conoscevamo e che abbiamo trovato con una semplice ricerca su Internet. Il loro contributo è stato determinante nella scelta dell’impianto: prima abbiamo raccontato a Christian (responsabile commerciale distillazione Barison) la nostra idea, volevamo fare un distilled gin originale, raggiungendo al tempo stesso alti livelli qualitativi perché per noi l’artigianalità è tutto.

E loro sono riusciti a modulare l'offerta giusta per noi, proprio “su misura”.

Ci tengo inoltre a dire, e concludo, che durante il nostro lungo iter ci siamo rapportati con tanti interlocutori e, tra questi, la Barison industry è stato tra i più competenti, dimostrando una serietà e una professionalità davvero rare. Non lo dico perché abbiamo il loro impianto: mi ha davvero colpito il modo in cui hanno gestito tutta la nostra commessa con loro, dal primo contatto telefonico fino tutt’ora nel post vendita.

 

Grazie Riccardo, per noi sentire la soddisfazione dei clienti è davvero molto importante. Ultima domanda, quali sono i vostri sogni e i vostri progetti nel prossimo futuro?

Non nascondiamo che, essendo il nostro target principale i locali, soprattutto quelli notturni, il nostro obiettivo nel breve termine è quello di ripartire con la produzione a pieno ritmo, appena la situazione sanitaria lo permetterà. In questi mesi ci siamo difesi molto con l’e-commerce, anche se ovviamente i privati rappresentano solo una piccola parte del nostro pubblico.

Abbiamo inoltre in programma il lancio di una terza linea di gin, molto più Dry, ma non voglio anticipare troppo! Aspettiamo che passi il Covid e poi potrete provarla!

Di idee ne abbiamo tante... Nel prossimo futuro ne vedrete delle belle!

 

Un sogno ambizioso, quello di un Italian Gin che parte dall'Abruzzo. Un sogno reso possibile grazie alla tenacia, alla costanza e allo studio di materie prime 100% abruzzesi, oltre ad un impianto affidabile e solido, che dia garanzie per il futuro.


Un grande in bocca al lupo ai ragazzi di 67/Cento.